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Il percorso artistico di Antonio Ligabue, tra i più significativi e originali artisti del Novecento Curata da Sandro Parmiggiani, la monografia documenta i diversi strumenti espressivi cui Ligabue si è dedicato, con esiti significativi in ogni tecnica: novanta opere, tra le quali circa cinquanta dipinti con alcuni veri e propri capolavori - Caccia grossa (1929), Circo (1941-1942 ca.), Tigre reale (1941), Leopardo con serpente (1955-1956), Caccia (1955), Autoritratto con cavalletto (1954-1955), Autoritratto con spaventapasseri (1957-1958), Autoritratto (1957) - sculture, disegni e incisioni, provenienti da collezioni private, raccolte pubbliche e fondazioni bancarie. Come spiega il curatore del volume, "Ligabue è 'espressionista tragico' cui si debbono opere di straordinario fascino e forza comunicativa, visionarie e segnate dal gusto per la decorazione, e dalla sensibilità per le affinità elettive tra gli esseri viventi. Lo testimoniano i dipinti delle lotte senza tregua tra gli animali selvaggi e gli autoritratti, specchio di un disagio esistenziale e della volontà di riaffermare la propria identità." Due sono i filoni fondamentali ai quali l'artista si è dedicato nel corso della sua carriera: gli animali feroci ed esotici, abitatori della foresta in perenne lotta per l'esistenza, e gli autoritratti, un capitolo dolentissimo, intriso di amara poesia. Non mancano tuttavia, altri soggetti, quali le scene di vita agreste e gli animali domestici. Un'attenzione particolare è dedicata alla scultura, un aspetto poco conosciuto dell'opera del maestro: un nucleo significativo di ventisei sculture in bronzo, soprattutto di animali. Altro filone indagato da Ligabue in pittura è quello dei suoi paesaggi padani, nei quali irrompono, sullo sfondo, le raffigurazioni dei castelli e delle case, con le loro guglie e bandiere al vento, della natia Svizzera, assolutamente reali, esito di una memoria che tenacemente serbava immagini che restarono vive per tutta la sua vita. Questo volume, che accompagna la mostra al Forte di Bard, intende far conoscere meglio l'artista e l'uomo, in una visione unitaria, anche attraverso la ricostruzione del suo "mito", a partire dai rotocalchi degli anni cinquanta, e i lavori più recenti a lui dedicati: la trilogia teatrale Progetto Ligabue di Mario Perrotta e il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, interpretato da Elio Germano.